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sportvideo3000's video: Antonello De Pierro porta il clan Spada in Senato

@Antonello De Pierro porta il clan Spada in Senato
Il giornalista Antonello De Pierro, presidente del movimento politico Italia dei Diritti, è intervenuto come relatore al prestigioso convegno "“Il Novecento italiano – arte, storia e costume”, che si è svolto presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica. L'incontro, ideato dalla nota curatrice d'arte Daniela Diaferio, che ne ha anche brillantemente moderato la seconda parte (la conduzione della prima è stata appannaggio esclusivo della giornalista Rai Camilla Nata), ha fatto registrare, come da copione, un successo clamoroso, come da tanto non accadeva per eventi in sedi istituzionali. Un profluvio di invitati ha invaso l'elegante e suggestiva location, rivolgendo ai vari oratori, alternatisi per ben quattro ore, scroscianti e ininterrotti applausi. Oltre al leader dell'Italia dei Diritti hanno apportato il loro fondamentale apporto al congresso Roberta Fontana, presidente della fondazione "Micol Fontana", l'artista contemporanea Federica Orsini, Claudio Procaccia, direttore dei Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma, il regista Luca Gianfrancesco, gli attori Mino Sferra e Antonello Avallone. Particolarmente emozionante lo spazio dedicato alla giornalista e scrittrice Lia Levi, con alcuni studenti del liceo scientifico "Malpighi" di Roma che hanno letto vari brani del suo celebre libro "Questa sera è già domani", sotto l'attenta e commossa supervisione della loro docente Amalia Imparato. Altri applausi per Sabina Tamara Fattibene ed Elena de Curtis, figlia di Liliana e nipote del celeberrimo Totò. Entusiasmo alle stelle per la presenza di Maria Lucia De Sica,vedova del compianto Manuel, invitata proprio da De Pierro e accolta con tutti i crismi del caso dalla raggiante organizzatrice Diaferio, grande estimatrice del grande contributo apportato al cinema italiano, oltre che dal marito, dal suocero Vittorio e dal cognato Christian. E' stata proprio l'ìindefessa padrona di casa, che ha partorito un congresso destinato a infilarsi di diritto negli annali della storia e della cultura italiana, a presentare De Pierro, noto per essere stato il primo giornalista a essere stato vittima del clan Spada di Ostia, prima di Federica Angeli e di Daniele Piervincenzi. Infatti, come ha ricordato lui stesso, durante il suo applauditissimo intervento, il 9 gennaio 2007, il noto imprenditore della lavorazione del ferro di Ostia Alfonso De Prosperis e sua moglie Angela Falqui, accompagnarono con la loro autovettura il boss Armando Spada, per minacciarlo di morte e aggredirlo, al fine di indurlo a desistere da alcune denunce presentate ai loro danni per abusi edilizi rivelatisi poi effettivamente consumati, nonostante i tanti e provati comportamenti omissivi da parte di alcuni appartenenti all'allora Polizia Municipale,ora Polizia Locale di Roma Capitale, e di molti altri rappresentanti istituzionali. La stessa aggressione finì in un nulla di fatto grazie al mancato sequestro del bastone usato dallo Spada e dalla mancata perquisizione ai suoi danni da parte degli agenti intervenuti e affidata pertanto alla competenza decisionale del Giudice di Pace Penale, con un procedimento destinato ab origine alla prescrizione, come puntualmente è accaduto. Ma De Pierro ha raccontato anche di una denuncia presentata nei suoi confronti da parte degli aggressori e di una singolare informativa di P.G. redatta dai Carabinieri di Casal Palocco, che indicava Armando Spada come teste contro di lui e non specificava i dati anagrafici del boss (luogo e data di nascita) né tantomeno la caratura criminale del soggetto. Una vicenda che era stato chiesto al giornalista di raccontare e che lui puntualmente ha fatto a margine del suo intervento, Infatti ciò è avvenuto dopo una lunga relazione sul Novecento, indicato come un secolo straordinario di transizione sotto i profili culturale, scciopolitico e giuridico. Il numero uno dell'Italia dei Diritti ha parlato della Carta Costituzionale dell'1 gennaio del 1948 e dei suoi collegamenti con lo Statuto Albertino del 4 marzo del 1848 e della separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu nel 1748 con "De l'esprit des lois". Si è soffermato sui tanti fermenti culturali in parte soffocati dalle leggi razziali facendo riferimento alla testimonianza diretta del compianto Arnoldo Foà, costretto addirittura a recitare sotto falso nome per sfuggire alla repressione fascista nei confronti degli ebrei. Riferimenti alla dittatura ustascia di Ante Pavelic e a tanto altro, il tutto sottolineato da lunghissimi applausi. Il tutto in questo video.

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