Aleadda's video: La campana di Bellano LC - fraz Vendrogno - S Grato al Monte

Bellano (LC) - fraz. Vendrogno - loc. San Grato, Val Muggiasca Chiesa di S. Grato al Monte Una campana in Fa⁴↓ Giorgio Pruneri - Grosio 1853 Distesa. Ringrazio i gestori del Rifugio San Grato per avermi aperto la chiesa e il curato don Angelo per l'interesse. Proseguendo oltre il bivio per Noceno, raggiungiamo il tornante da cui parte il sentiero per raggiungere la chiesetta di San Grato. L'oratorio, posto a 942 metri di quota su un poggio dominante la piana di Bellano ed il Lago, è una graziosa ricostruzione progettata dall'architetto locale emigrato a Milano Giorgio Vitale, che la concluse nel 1680, sopra un antico oratorio medoevale. Dall'edificio originale proviene una rara statua del Santo, una scultura lignea del XIII secolo legata a schemi romanici e forse di produzione aostana, attualmente conservata nella chiesa parrocchiale. La chiesa ha una struttura semplice ed un bel campanile a vela con una campana opera del 1851 di Giorgio Pruneri di Grosio. La devozione appartiene al ciclo popolare dei santi fratelli eremiti, una leggenda di cui sentiremo ancora parlare. In Valsassina vi erano 8 fratelli. Quando uno di loro morì per un atto di poca fede, gli altri fratelli decisero di diventare eremiti ognuno su un monte diverso: il più anziano, Sfirio, scelse il monte Legnoncino, in Valvarrone, Calimero sopra Pasturo, Defendente sopra Esino Lario, Fedele fuori Casargo, Ulderico sul monte Muggio e Grato in Val Muggiasca. La sorella, Margherita, scelse di rimanere a Somadino in un luogo pianeggiante per potersi recare a visitare ciascuno dei fratelli. Dai singoli eremi i fratelli, santi, erano in grado di comunicare tra di loro accendendo dei falò tutte le sere, per salutarsi e proteggere gli abitanti della valle chiedendo grazia e perdono. Una leggenda più cristiana invece vede i sette fratelli mandati dal Vescovo Ambrogio nelle terre del Lario per convertire le genti al Cristianesimo. Incontrate ostilità, dovettero rifugiarsi sui monti. Dal momento che le genti del Lario non cambiarono atteggiamento nei loro confronti, Dio li punì con 40 giorni di carestia, risparmiando solamente le grotte in cui vivevano i 7 eremiti. La quarantesima notte la popolazione in ginocchio si accorse dei grandi fuochi provenire dalle grotte dei Sette fratelli e raggiungendoli scoprirono che erano tutti morti per la salvezza del popolo. Furono così erette Sette chiese in loro memoria nei sette luoghi che li ospitarono. La memoria dei sette fratelli eremiti è ancora oggi viva tra la popolazione, ed è legata alle piccole chiese alpestri che ne tramandano i nomi.