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B&A Bed and Art's video: PREVIEW On the Road Incontro con Pippo Delbono

@PREVIEW| On the Road. Incontro con Pippo Delbono
PREVIEW| On the Road. Incontro con Pippo Delbono, di Marco Petricca. 9 settembre, 2016, Lido di Venezia. In occasione della premiazione dell'autore sull'Edipo Re di Pasolini. Produced by Bed and Art Edizioni. The full interview coming sono. www.bedandart.it Pippo Delbono, autore, attore, regista, nasce a Varazze nel 1959. Negli anni 80 inizia gli studi di arte drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito all’incontro con Pepe Robledo, un attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre (formazione teatrale attiva in Sud America negli anni 70 che utilizzava la creazione collettiva come mezzo di espressione e di denuncia della dittatura in Argentina). Insieme si trasferiscono in Danimarca e si uniscono al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell'Odin Teatret e per Delbono inizia un percorso alternativo alla ricerca di un nuovo linguaggio teatrale. Delbono si dedica allo studio dei principi del teatro orientale che approfondisce nei successivi soggiorni in India, Cina, Bali, dove fulcro centrale è un lavoro minuzioso e rigoroso ,dell’attore sul corpo e la voce. Nel 1987 crea il suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini e nello stesso anno incontra Pina Bausch che lo invita a partecipare a uno dei lavori del suo Wuppertaler Tanztheater. Questa straordinaria occasione segna una tappa fondamentale nel percorso artistico del regista. Gli spettacoli di Delbono non sono allestimenti di testi teatrali ma creazioni totali, gli attori sono parte di un nucleo che si mantiene e cresce nel tempo. Già nella prima opera si definiscono i tratti di un lessico teatrale unico che rappresenta la peculiarità di tutte le creazioni seguenti. Nel 1989 compone Morire di musica, una creazione poetica minimale e silenziosa, allestita in una grossa stanza piena di barchette di carta. Segue, nel 1990, Il Muro, il primo allestimento corale con attori e danzatori. Nel 1992 è la volta di Enrico V, tratto da Shakespeare, la sua unica opera ispirata a un testo teatrale. Ne La rabbia, un omaggio a Pier Paolo Pasolini, creato nel 1995, si può riscontrare una modalità diversa di fare teatro, che si esprime compiutamente in Barboni (1997), vincitore del premio speciale Ubu 1997 «per una ricerca condotta tra arte e vita» e del premio della critica nel 1998. L’incontro con persone provenienti dai margini della società provoca una svolta nella sua ricerca poetica, nasce appunto Barboni (1997), lo spettacolo che vede protagonista Bobò . Bobò è un piccolo uomo sordomuto, analfabeta, incontrato (in occasione di una attività laboratoriale ) nel manicomio di Aversa , dove era stato rinchiuso per 45 anni. Pippo riconosce in Bobò e nella sua capacità gestuale i principi del teatro orientale. Gli elementi che Pippo aveva appreso dopo lunghi anni di training erano presenti come dote acquisita in Bobò, un attore capace di accompagnare con precisione il suo gesto teatrale nella totale assenza di retorica. In seguito nello spettacolo Guerra (1998), si uniranno Nelson Lariccia un ex clochard dall’aspetto signorile e Gianluca Ballarè , un ragazzo down ex allievo della madre di Pippo, che l’aveva segnalato al figlio regista. Delbono non si riconosce dietro l’etichetta di “Teatro Sociale” e motiva la scelta di questi attori, perché ritenuti tra i più capaci ed abili ad incarnare la sua visione poetica di un teatro basato sulle persone e non sui personaggi, un teatro non psicologico, lontano dai cliché insegnati nelle scuole e nelle accademie. Intorno a queste figure ed oltre alla presenza di Pippo e Pepe, si aggiungono via via altri attori che consoliderannono il loro lavoro all’interno della compagnia, costituendone ancor'oggi il nucleo centrale :Dolly Albertin, Margherita Clemente, Ilaria Distante , Simone Goggiano, Mario Intruglio, Gianni Parenti e Grazia Spinella. In Guerra, del 1998 e nel successivo Esodo, si fa evidente il ricorso ad un linguaggio che si avvicina ad una sorta di composizione cubista, nello stesso periodo Delbono crea due composizioni corali, intitolate Itaca e Her bijt (formula di congedo in lingua curda, "che tu possa vivere per sempre"), entrambe indagatrici dei grandi spazi: la prima allestita nel cantiere navale di Pietra Ligure con quaranta persone, fra attori ed operai; la seconda, con attori, musicisti, extracomunitari e rom, composta per la Biennale di Venezia . Nel luglio 2000 debutta nel comune siciliano di Gibellina Il silenzio, ispirato al terremoto del Belice del 1968; rappresentato sul "Cretto" dello scultore Alberto Burri, un grande sudario di pietra bianca che ricopriva la città in macerie. Nel 2002 è la volta di Gente di plastica, al teatro delle Passioni di Modena, un universo visivo esuberante, che si fonde con la musica rock di Frank Zappa e il testamento poetico di Sarah Kane.

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