Davide Pivetti's video: AI SETTE ANGOLI DEL MAROCCO

AI SETTE ANGOLI DEL MAROCCO Quanti angoli ha il Marocco? Quattro, sette, cento? Centinaia, come centinaia sono i luoghi che meriterebbero di essere vissuti visitando il grande Paese nordafricano più e più volte. Intanto ci accontentiamo di questi sette "angoli" tra oceano, deserto, città e borghi quasi sconosciuti. Poi ne verranno altri... 1) MOHAMMADIA A pochi chilometri da Casablanca, lungo la costa verso Rabat, la città di mare accoglie chi scende verso sud dopo la traversata mediterranea. Spesso è la prima sponda atlantica. 2) IMSOUANE Ci siamo rimasti un paio di giorni, ma Imsouane è posto che non si dimentica. Un approdo da "fuoriusciti" - mi ricorda Fossati - un rifugio per gente che deve dimenticare e vuol farsi dimenticare. Contribuisce a quest'impressione, anche l'auberge dove abbiamo trovato, casualmente, ospitalità. Il vero "Blue Parrot" di Casablanca è qui... Fuori c'è l'oceano, ci sono le case semplici e arroccate sulla scogliera, c'è l'esercito dei surfisti un poco fricchettoni che anche loro contribuiscono a fare di questo borgo di ex pescatori dimenticato da tutti (ma non dal mondo del surf, appunto) un puntino stranissimo sulla costa tra Agadir e Essaouira. Se volete sparire e non farvi trovare più venite a Imsouane... 3) AIT BEN-HADDOU Il Marocco come ce lo immaginiamo noi turisti europei. Il fascino di una delle kasbah meglio conservate, le montagne dell'Atlante e il deserto appena fuori le mura, torri, vicoli, cunicoli, fiumi che spariscono, il richiamo del minareto, artisti che hanno trovato la loro dimensione in questo luogo magico e mitico dove spero di ripassare ancora altre volte... 4) SIDI KAUKI A pochi chilometri da Essaouira, città simbolo del nuovo turismo in Marocco, c'è un lido che ci riporta indietro nel tempo di decine, forse centinaia di anni. Sidi Kauki è una spiaggia lunga chilometri, di sabbia finissima, dove l'oceano Atlantico abbraccia il deserto con una interazione umana quasi inesistente. Poche case bianche oltre le due, un edificio in rovina sulla spiaggia, dromedari a zonzo lungo il bagnasciuga. Sembra di vedere l'altrettanto lunga spiaggia di Essaouira prima che vi fosse Essaouira. Qui domina il vento, il fischio costante del vento, i "cavalloni" oceanici... 5) CASABLANCA La Grande Moschea di Casablanca, intitolata a Re Hassan II. Un "gigante" che primeggia nei cieli d'Africa e che è visibile da ogni angolo della metropoli marocchina, vera capitale economica e culturale del Regno. 6) ESSAOUIRA Chi conosce e ama il Marocco sa quanto Essaouira sia straordinaria. Per chi invece si avvicina per la prima volta al Regno, il nome di questa incredibile città fortificata sull'Atlantico di solito non dice nulla. Meglio così, perché sarà una bellissima sorpresa. I bastioni, la spiaggia lunga 17 chilometri, i suq, l'orizzonte oceanico, la promenade, botteghe d'arte e ristoranti, cannoni puntati verso il mare e mercati suggestivi dove ancora si compra e si vende all'asta in piazza... Essaouira è forse la più interessante delle città di mare del Marocco, anche per le sue dimensioni ancora contenute, per il deserto che bussa alle sue porte, per il sapore "lontano" che continua ad avere. Se non ci credete chiede a Jimi Hendrix... 7) MARRAKECH Ci sono passato ormai diverse volte. Eppure ogni volta è un'emozione. C'è qualcosa di volutamente ancestrale nell'attrazione che si prova di fronte allo spettacolo incredibile della Jemaa El Fna. L'assemblea delle anime morte - perché questo è più o meno il significato del nome - è la piazza centrale di Marrakech, sicuramente uno degli "ombelichi" del mondo. Luogo di incontro millenario tra culture e civlità: nord e sud, est e ovest, ma anche arabi e berberi, genti del mare e tribu del deserto, colonialisti e indigeni, europei e africani. La prima volta è stato nel 2005. Il 21 settembre 2019, prima che il mondo si fermasse, eccomi di nuovo in quella piazza, su quel terrazzo, quasi quindici anni dopo. A riempirmi gli occhi di quella moltitudine, di quei rumori, di quei colori. Le orecchie dei suoni, dei ritmi dei respiri della grande piazza. Le narici di tutto quello che da laggiù sale verso il cielo. Occhi grandi di sorpresa, come quelli di mia figlia che a quattro anni ha visto per la prima volta la Jemaa El Fna...