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Film & Serie tv's video: IL GLADIATORE 2000

@IL GLADIATORE 2000
TRAMA Nell'anno 180 d.C., il valente generale Massimo Decimo Meridio[1] guida l'esercito romano alla vittoria durante la guerra contro i Marcomanni in Germania, guadagnandosi ancora di più la stima dell'anziano imperatore romano Marco Aurelio. Quest'ultimo, gravemente malato e sentendosi prossimo alla fine, non accetta il figlio Commodo come proprio successore, considerandolo inadatto al ruolo, e designa il generale Massimo, vedendovi il figlio che avrebbe voluto avere al posto di Commodo: Marco Aurelio intende affidargli il compito di ripristinare la repubblica restituendo il potere al senato, ovvero al popolo romano, come avveniva prima dell'avvento dell'età imperiale. Inizialmente riluttante, Massimo chiede tempo per decidere e si ritira in tenda a pregare gli dèi affinché lo aiutino a decidere e proteggano la sua famiglia, idealmente rappresentata da due statuette della moglie e del figlio che Massimo porta con sé. Nel frattempo, Marco Aurelio comunica la propria decisione al figlio, che era giunto da Roma insieme alla sorella Lucilla che, vedova con un figlio, è innamorata di Massimo; Commodo, deluso e afflitto per la scelta del padre, lo uccide soffocandolo con il proprio petto prima che il genitore renda pubblica la propria decisione. Massimo capisce che l'imperatore non è morto per cause naturali ma è stato ucciso dal figlio; rifiuta, dunque, di sottomettersi a Commodo, che dà allora ordine al generale Quinto, capo della Guardia Pretoria e amico di Massimo, di farlo decapitare e di crocifiggere la sua famiglia. Mentre Commodo viene incoronato imperatore di Roma, Massimo viene immobilizzato e condotto in mezzo alla foresta per essere giustiziato; inginocchiatosi davanti al boia riesce, dopo aver finto di accettare il suo destino, ad afferrarne la spada e a uccidere, uno dopo l'altro, tutti i pretoriani del manipolo. Gravemente ferito a un braccio nel corso dell'azione, s'impossessa di due cavalli e intraprende il lungo viaggio verso casa, ma giunge troppo tardi: Massimo vede alcuni suoi amici morti, e poi scopre la moglie e il figlio crocifissi tra le rovine fumanti della propria abitazione. Disperato, piange i suoi cari defunti; infine, si accascia straziato dal dolore e sfinito dalla stanchezza. Catturato da un mercante di schiavi, viene venduto a Proximo, un ex gladiatore divenuto lanista, che Marco Aurelio aveva affrancato dalla schiavitù insignendolo del rudis, la spada di legno. Massimo viene portato in Africa ed è costretto a combattere nell'arena, dando presto prova delle sue eccellenti qualità di guerriero, che gli fanno accrescere la popolarità tra gli spettatori e il rispetto degli altri combattenti; Massimo, conosciuto ora nella familia gladiatoria come l'Ispanico, stringe amicizia con Juba, un cacciatore numida e con Hagen, un combattente germano che, fino alla comparsa di Massimo, era il più valoroso dei gladiatori di Proximo. Durante le pause degli spettacoli, Juba e Massimo, parlando delle rispettive famiglie e della vita che conducevano prima di divenire schiavi, rinsaldano la loro amicizia traendo coraggio, di fronte alla prospettiva della morte in combattimento, dalla speranza che avrebbero rincontrato i loro familiari nell'aldilà. Passano alcuni anni, finché Commodo, intenzionato a conquistare la folla, ordina che per un lungo periodo di 150 giorni si tengano, a Roma, dei giochi gladiatorii in memoria del padre, proprio colui che cinque anni prima ne aveva disposto l'interruzione, e anche i gladiatori di Proximo vengono affittati per lo spettacolo. Prima di partire, il lanista spiega a Massimo come, a Roma, potrebbe riuscire ad ottenere la libertà tramite il dono del rudis, donata dallo stesso imperatore. Animato dalla possibilità di essere così vicino a Commodo da potersi vendicare, Massimo decide di combattere ascoltando i consigli del vecchio gladiatore, fino ad allora ignorati, che gli dice di conquistare la folla. A Roma, i gladiatori di Proximo vengono destinati a rievocare la battaglia di Zama della seconda guerra punica, rappresentando le truppe di Annibale, l'orda barbarica, schierate contro le legioni di Scipione l'Africano. Massimo, che indossa una maschera che ne cela le sembianze, assume il comando del gruppo e, disponendo i propri compagni a testuggine al centro dell'arena del Colosseo, riesce a sovvertire l'esito di un incontro in cui erano storicamente destinati alla sconfitta. Quando Commodo raggiunge i gladiatori di Proximo per congratularsi, Massimo è costretto a togliersi l'elmo e rivelare la sua vera identità:

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