Il Tempo di Maria - Pagina privata's video: Bambini mai nati o bambini non nati - Facciamo chiarezza con Fabrizia Peracchon

Della perdita dei figli prima della nascita si parla ancora troppo poco, seppur il dibattito sull'aborto volontario sia sempre acceso, anzi, alcune volte persino infuocato! Si sente parlare spesso di "bambini mai nati" ma anche di "bambini non nati": queste due espressioni sono simili seppur opposte. Opposte perchè in "termini linguistico" entrambe le frasi indicano creature che muoiono prima della nascita. Dal "punto di vista" della Fede invece, c'è una differenza abissale. Nella lingua italiana il "MAI" (avverbio di tempo) indica qualcosa che non si è verificata ne' si verificherà in futuro; senza alcuna alternativa, come quando ci si trova di fronte ad una porta chiusa oppure ad una strada sbarrata. Il significato di "bimbi mai nati" diventa quindi quello di bambini che non solo non sono potuti nascere, ma si identificano in una realtà di "persi" nel vero senso del termine, quasi che si trattasse di stelle cadenti che spariscono poco dopo averci fatto vedere (per pochi istanti) la loro luce. In un'ottica cristiana però, tutto questo è molto, troppo limitato e limitante, in quanto, questi bimbi in realtà sono individui a tutti gli effetti, in quanto (pur nel grembo) sono persone in potenza. Hanno un'anima eterna ed immortale donata da Dio, dal Quale proviene ed al Quale ritorna. Il "MAI" quindi, suona stonato perchè la vita c'è stata, anche se solo per un passaggio veloce e nascosto nel corpo della madre: come magistralmente ha detto Chiara Corbella Petrillo nella sua meravigliosa frase: "Siamo nati e non moriremo mai più". Impariamo quindi a sostituire l'espressione "bambini mai nati" con "bambini non nati", spiegandone la scelta non solo linguistica ma soprattutto di Fede creando in questo modo la "cultura prenatale" di cui Fabrizia Perrachon, autrice del libro "Se il chicco di frumento" dona attraverso il racconto della propria storia (vera) di speranza oltre la morte prenatale.