Messina Sportiva's video: Attraverso lo Stretto con un solo braccio l impresa di Michele atleta paraolimpico della Difesa

Di Michele non so quasi nulla, oltre al suo nome e che lavora nell’Esercito. Michele ha avuto un incidente in servizio, perdendo totalmente l’arto destro, gli è stato amputato il braccio poco sotto la spalla. Questo lo so perché me l’ha detto un collega presente sul posto. Di Michele non so quasi nulla. Al moncherino tiene attaccati gli occhialini da nuoto, è abbastanza teso mentre la barca ci porta verso capo Peloro, all’estrema punta della Sicilia. “Sono forti le correnti?” chiede Michele al capitano del nostro barchino, un pescatore di Torre Faro, gente abile a leggere gli umori dello stretto. In alcuni punti le acque sembrano ribollire, chi conosce questo mare sa che in queste zone è raramente gentile: “Vai Michè, vai tranquillo”. Di Michele non so quasi nulla. Si tuffa in acqua vicino alla riva e si unisce ad altri 14 compagni, fanno tutti parte delle Forze Armate italiane, tutti hanno subito un’invalidità permanente in servizio, e tutti stanno per attraverso lo stretto di Messina. A nuoto. Il pilone svetta sullo sfondo, uno dei pescatori da le ultime indicazioni: “Puntate al ponte di fronte”. Di Michele non so quasi nulla. Con la barca su cui mi trovo, abbiamo il compito di guidarlo attraverso le insidiose correnti, gli nuota accanto Davide, un ragazzo senza la gamba destra: “Vai Michè, restiamo vicini”. Il mare è pieno di imbarcazioni della Guardia Costiera, da un gommone vengono fatti scendere due persone paralizzate dal bacino in giù. Nuotano con dei galleggianti legati ai fianchi. Osservo Michele lottare contro la corrente: “Ma quanto ca**o manca” grida ansimante, con uno sforzo commovente rotea l’unico braccio in acqua, alternando il movimento con l’altro di cui spunta solo un moncherino. Nel tratto centrale le correnti sono fortissime. In varie traversate che ho documentato, ho visto decine e decine di atleti normodotati compiere uno sforzo immane per domare questo braccio di mare. Ho visto nuotatori abbandonare la traversata. Ma sentivo che Michele non avrebbe mollato. Davide gli ha fatto da scudiero, lui senza una gamba, lo ha letteralmente trascinato emotivamente, rallentando più volte per aspettarlo. 1 ora e mezza di bracciate, quasi 4 km nuotati. Non conosco quasi niente di Michele, ma quello che ci ha insegnato oggi mi basta. “Vai Michè”.