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Sicma SpA Macchine Agricole's video: Come si faceva la trebbiatura del grano negli anni 30 RARISSIMO VIDEO

@Come si faceva la trebbiatura del grano negli anni '30 RARISSIMO VIDEO
Per rimanere in tema di storia delle macchine agricole vi proponiamo un raro e prezioso video sull'agricoltura negli anni trenta, che bei tempi! Se invece volete conoscere un po' sulla nostra storia cliccate qui https://www.sicma.it/cenni_storici.asp Un po' di storia Prima dell'introduzione della macchina, la trebbiatura era un vero e proprio rituale, con i suoi tempi, le sue modalità, i suoi canti. Si tagliava il grano con la falce, la faggìje, poi si distendevano a cerchio sul'aia i covoni mietuti, quindi si trebbiava facendovi passare sopra cavalli o muli, governati a capézze da un uomo piazzato al centro, sino alla conclusione dell'operazione. Nelle pause di lavoro i contadini mangiavano insieme in un'atmosfera carica di caldo, di pulviscolo e di càme sospesi nell'aria. Con l'avvento della meccanizzazione, il lavoro viene invece compiuto da trebbie di legno con ingranaggi in ferro, che funzionano a vapore con un movimento di pulegge che necessita di una caldaia alimentata a legna o a carbone. Oggi, modernissime trebbiatrici fanno in poche ore il lavoro che prima si terminava in una settimana. stralcio da Il "Lunarie de lu Uašte" - ed. 2005 La Trebbiatura Ricordi di un tempo che non c'è più Un tempo nel comprensorio vastese il grano era la coltura predominante e la mietitura era effettuata a mano. Si iniziava la mattina presto e il giorno era scandito dai canti (miti, miti e la faggia taia, invece di metu lu granu miti la paia etc) e da brevi soste di ristoro: la stozza, la colazione, il pranzo e bevute da orci (lu truffulu) contenenti vino cotto con limone o acqua. La sera i covoni (li manuppri) venivano ammucchiati per manupprare. Dopo la fatica della mietitura, in luglio-agosto si trebbiava: prima i covoni venivano trasportati in larghi spiazzi (l'ara) e ammucchiati in una biga (si faceva la meta di lu granu) poi cominciava l'attesa della trebbiatrice (la macchina pi triscà): si passava il tempo intrecciando graticci che servivano per mettere a seccare i fichi (li carracene) o ci si riposava all'ombra della meta parlando della resa: molti conti in sospeso venivano saldati proprio con la vendita del grano. Per trebbiare era necessario la cooperazione di molte persone, perciò ci si aiutava a vicenda e questo era una socializzazione molto buona. Ci siamo, domani si trebbia. Le donne sono affaccendate a spennare i polli e a preparare il sugo. Il trattore con il suo rumore possente si avvicina trainando la trebbia, noi ragazzi siamo attratti e spaventati da quel mostro, con abile manovra la trebbiatrice viene posizionata, impostata e livellata, tutto è pronto, però è sera, si comincerà all'alba. Il trattore ruggisce, tutti sono pronti. Gli uomini addetti alla meta della paglia controllano che il palo (lu stampione) sia conficcato bene. La cinghia (la correggia) di trasmissione fra motore e trebbia si mette in movimento, si parte. I covoni alzati sulla spianata della trebbia vengono passati al macchinista (lu paiarene) che li introduce nel battitore. Fra polvere e rumore il lavoro procede. La paglia vomitata dalla bocca della trebbia viene trasportata dalla scala (lu scalapaie) verso gli uomini addetti ad alzare la meta; un uomo, tutto nero di polvere, con un rastrello tira da sotto la trebbia la pula (la cama), altri trasportano con un sacco sulla spalla il grano in casa, mentre un signore segna con una tacca su una canna i tomoli. Ogni tanto una donna con un vassoio gira in mezzo a questa bolgia offrendo un po' di ristoro: biscotti fatti in casa e vino o acqua. Non c'è tregua e noi bambini a guardare stupiti. La meta del grano è finita, un attimo di sosta: si cambiano i crivelli e si ricomincia con l'avena e poi con il seme di erba sulla (la grandalupena). È finita. Il raccolto è stato buono. Vicino alle tinozze ci si lava. Sotto un albero è steso un copertone di tela grezza (lu lunzulone) e su questo: piatti, forchette, bicchieri, pane e vino in abbondanza. Si mangia. Dentro bianchi recipienti smaltati arrivano i mitici gnocconi e poi la carne di pollo e di papera: che profumo e che bontà e quanta allegria. Noi bambini giochiamo felici in mezzo alla paglia, le mamme ci chiamano, ma chi li sente! Sono passati gli anni e noi bambini di allora ora abbiamo i capelli brizzolati. Mio figlio, se racconto di queste cose, per farmi piacere, fa finta di ascoltarmi (ora ci sono altre colture e per il grano la mietitrebbia con tre persone fa il lavoro di cento). Custodiamo in noi un mondo che non c'è più: la calma dei tempi andati con i suoi riti, i suoi sapori, la sua povertà, la sua allegria. I ricordi sono con noi e nessuno ce li potrà portare via.

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Sicma SpA Macchine Agricole
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This video was published on 2020-01-24 18:46:19 GMT by @Sicma-SpA-Macchine-Agricole on Youtube. Sicma SpA Macchine Agricole has total 4.1K subscribers on Youtube and has a total of 128 video.This video has received 7 Likes which are lower than the average likes that Sicma SpA Macchine Agricole gets . @Sicma-SpA-Macchine-Agricole receives an average views of 12K per video on Youtube.This video has received 0 comments which are lower than the average comments that Sicma SpA Macchine Agricole gets . Overall the views for this video was lower than the average for the profile.

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