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antimafiamilitante's video: Tot Cuffaro: sono Mafioso ma non mi Dimetto antimafia

@Totò Cuffaro: sono Mafioso ma non mi Dimetto! (antimafia)
☆ ★☆ ★☆ ANTIMAFIA MILITANTEon Facebook: http://www.facebook.com/pages/Vittorio-Arrigoni/290463280451 dal sito per cui "la mafia è una montagna di merda" http://guerrillaradio.iobloggo.com/ Mafia, cinque anni a Cuffaro Rivelò e usò segreti d'ufficio Grasso: provati favori a singoli mafiosi Cuffaro con la coppola da SantoroCinque anni: è la condanna imposta a Salvatore Cuffaro, il presidente della regine Sicilia imputato nel processo sulle "talpe" al Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Ma sparisce dalla sentenza l'imputazione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Inflitta al presidente della Regione anche la sanzione accessoria di interdizione dai pubblici uffici. La sanzione, però, non avrà immediato effetto ma si divrà attendere la sentenza definitiva. E comunque Cuffaro ha già fatto capire di non avere nessuna intenzione di abbandonare la carica. «Da domani alle 8 -- dice -- torno a lavorare a pieno regime per la Sicilia». E annuncia che «ricorreremo in appello perché anche questi residui capi d'accusa possano cadere». I «residui capi d'accusa» sarebbero niente meno che il favoreggiamento personale, la rivelazione e l'utilizzo di segreti d'ufficio. Esclusa l'aggravante di avere compiuto questi reati per favorire la mafia nel suo complesso, rimane però certificato il «favoreggiamento personale» di singoli mafiosi. Lo spiega bene Piero Grasso, procuratore nazionale dell'Antimafia, secondo il quale la sentenza di venerdì è una «svolta»: «Sono stati tutti condannati -- ha detto -- ed è stato riconosciuto che a Palermo esisteva una rete per informare i politici sulle indagini della procura, compresa e anche quelle sulla cattura del boss Bernardo Provenzano». E su Cuffaro precisa: «È rimasto provato il favoreggiamento da parte sua nei confronti di singoli mafiosi, ma non è stata provata l'aggravante di favoreggiamento a Cosa Nostra». Per l'accusa, Cuffaro avrebbe appreso nel 2001 dall' ex maresciallo dei carabinieri, Antonio Borzacchelli, poi eletto deputato regionale, dell'esistenza di microspie sistemate dagli investigatori del Ros nell'abitazione del boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Il salotto del boss, già condannato all'epoca per mafia, era frequentato da un amico di Cuffaro, il medico Domenico Miceli, ex assessore comunale alla sanità, anche lui Udc, condannato nel dicembre 2006 a otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, e ora condannato a 14 anni. Gli inquirenti sostenevano che Borzacchelli avrebbe avvisato Cuffaro dell'esistenza delle cimici a casa Guttadauro e che il presidente della Regione lo avrebbe a sua volta comunicato a Miceli. In questo modo il boss di Brancaccio avrebbe scoperto le microspie, bruciando l'inchiesta. Ora la sentenza di primo grado conferma che Cuffaro rivelò e utilizzò per favori personali alcuni segreti d'ufficio, ma rigetta il legame con l'associazione mafiosa nel suo complesso. Totò Cuffaro era presente in aula al momento della lettura della sentenza. La sua non era una presenza scontata, ma, ha spiegato «è stata mia figlia a convincermi: mi ha detto "papà è giusto che tu vada"». La notte di giovedì, in vista della sentenza, a Palermo si è tenuta una sorta di veglia, in cui numerose persone si sono riunite in una chiesa del centro per pregare per l'assoluzione del "loro" presidente. «Passerò alla storia come quello che ha fatto pregare un sacco di gente...», ha ironizzato il presidente poco prima della lettura della sentenza nell'aula bunker di Pagliarelli. Canta vittoria l'Udc, il partito in cui milita Salvatore Cuffaro. «Siamo compiaciuti -- dice il segretario del partito Lorenzo Cesa -- che già dalla sentenza di primo grado sia stata esclusa ogni forma di collusione del presidente Cuffaro con la mafia». «Avevamo la certezza che Cuffaro non avesse mai favorito la mafia -- dichiara Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera -- e la sentenza di oggi non fa che confermare le nostre ragioni». Anche Casini gongola: «Da sempre sappiamo che Cuffaro non è colluso con la mafia. Da oggi lo ha certificato anche un tribunale della Repubblica».

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