belcantopera's video: NORMA - Mariella Devia Palermo 2017 Complete Opera Bellini

Norma - Mariella Devia Pollione - John Osborn Adalgisa - Carmela Remigio Oroveso - Luca Tittoto Gabriele Ferro conducts the Orchestra of the Teatro Massimo, Palermo. 26 February, 2017 (Live) ------------------------------------- ATTO I Sinfonia - Overture (00:00) Introduzione. Ite sul colle, o Druidi (06:11) Svanir le voci...Meco all'altar di Venere (14:00) Norma viene: le cinge la chioma (24:20) Sediziose voci...Casta Diva, che inargenti (29:08) Sgombra è la sacra selva... Va, crudele (46:41) Vanne e li cela...Sola, furtiva, al tempio (1:03:28) Finale I: Oh non tremare, o perfido... Oh! di qual sei tu vittima (1:20:38) ATTO II Introduzione. Dormono entrambi (1:31:05) Me chiami, o Norma...Deh! con te, con te li prendi (1:39:55) Mira, o Norma (1:46:26) Ah! del Tebro al giogo indegno (1:53:57) Ei tornerà (2:04:02) Guerra! guerra! (2:09:53) Nè compi il rito...In mia mano alfin tu sei (2:12:25) Finale II: Dammi quel ferro...All'ira vostra (2:23:30) Qual cor tradisti, qual cor perdesti (2:26:47) Deh! non volerli vittime (2:34:15) ------------------------------------- Gabriele Ferro, con la sua direzione forse anche pesante, ma meravigliosamente monumentale ed aulica, nello stile di quelle che un tempo dirigevano i Gui, i Serafin, i Gavazzeni... pur avendo una protagonista leggera, che un tempo mai sarebbe andata oltre Adalgisa, Ferro non ha rinunciato all’ideale della tradizione, veramente teatrale ed efficace, ed ha diretto una tragedia grandiosa, solenne ed imponente. "Ho voluto alzare la fossa orchestrale quasi al livello della platea per dare un suono diretto, chiaro, pulito, più fedele possibile allo stile di Bellini ... La difficoltà interpretativa di Bellini, e soprattutto nella Norma – spiega Ferro – sta nell’equilibrio tra il coinvolgimento emozionale e l’astrazione più pura. Bellini è romantico ma anche molto celebrale, esattamente come Chopin, erroneamente interpretato in modo sdolcinato e in realtà all’avanguardia nell’armonia. Nell’uno e nell’altro c’è un romanticismo sublimato. Bellini è sorprendente. Anche nella scelta dei tempi, non si può e non si deve fare troppo veloce perché altrimenti diventa Verdi, per ogni compositore ci vuole uno stile”. E lei, Mariellissima, il soprano senza età, ha voluto fare tutto... caricando un po’ di più gli accenti nei momenti tragici spingendosi oltre il limite della sua voce e della sua natura, eseguendo con grande dolcezza momenti come la risposta del “Mira o Norma”, (1:47:12) perché i piani sono ancora duttili; persino cercando suoni un filo tubati nel “Casta diva” (34:29), per arrotondare e scurire il più possibile una voce, che di suo è troppo esile ed eterea. Nel recitativo iniziale il suono a volte era pesante e ingrossato, in "Casta Diva" il fiato era ancora corto, e nella cabaletta (42:29, il pezzo più difficile, come disse la Dimitrova) gli acuti erano davvero indietro e strangolati. Tuttavia ha mantenuto senza scomporsi sempre l’appoggio nel solito punto, e infatti quando è riapparsa appunto nel "Dormono entrambi" (1:34:45), la voce era appoggiata e avanti al tempo stesso, e da lì è stata anche commovente, perché anche più musicale (i gravi nel duetto con Pollione 2:17:00 erano un po’ inventati, ma non importa). Solo che timbro, colore ed ampiezza erano quelle idonee a Giulietta Capuleti non alla sacerdotessa druidica, donna matura, sofferta... il suo “Trema per te te fellon!” (1:20:38) manca di grinta e di credibilità. Eppure, da “Qual cor tradisti” (2:26:47), trasformato in una sorte di perorazione amorosa nei confronti di Pollione (idea che trovo geniale) fino alla fine dell’opera la cantante mi è parsa eccezionalmente commovente e perfettamente nel ruolo. L’accento scovato per “M’odi… Son madre!” (2:33:06) dava dei punti alla stessa Callas. -------------------------------------